martedì 18 settembre 2007

Gigi


Tekamù
e
Massimiliano Giacometti
Presentano

GiGi

Libera composizione
di Barbara Costamagna e Massimiliano Giacometti


Oggi di calcio parlano tutti. E’ facile: si fa un collage di gossip a portata di mano e si sciorinano un po’ di espressioni di tendenza. Esempio: “abbiamo fatto una bella partita” oppure “ma l’arbitro dove guardava” e poi “se ero al posto del mister…”.
A guardarlo bene, questo acclamato sport nazionale è soffocato di opinioni non richieste, belle veline, scandali finanziari e imbarazzanti prime donne dagli stipendi stratosferici. Ma cosa succede se a teatro si vuole raccontare di un campione d’altri tempi, di qualcuno che con la sua libertà beffarda invitava di cuore ad essere se stessi? Le platee vanno nel pallone. Davvero il calcio può suscitare emozioni non preconfezionate, non trite e ritrite, non fasulle. E davvero è stato in grado di appassionare grandi e piccini per mezzo di piccoli miti, a volte fugaci come la vita di una farfalla.
In sala si spengono le luci. Sul palcoscenico c’è il leggio, c’è una chitarra, tra poco entrerà anche l’attore.
Cari spettatori del secolo ventunesimo prestate attenzione. Voi che del calcio pensavate di sapere tutto, che tra mille difficoltà avete individuato gli anelli da evitare per dribblare il teppismo da stadio, voi che avete esecrato la grammatica e il savoir faire dei maestri in tacchetti e pantaloncino fermatevi ad ascoltare: C’era una volta Gigi Meroni…

Manuela Battista

Lo spettacolo

La straordinaria e melanconica storia di Gigi Meroni, artista in campo e fuori, poeta del pallone, anticonformista, idolo sportivo della generazione che aveva vent'anni nel '68. Da suoi anni a Genova per arrivare alla sua tragica morte a soli 24 anni a Torino toccando varie tappe della sua meravigliosa esistenza e il ricordo di persone comuni.

Luigino Meroni, detto Gigi, non è stato solo un campione ma rappresenta tutt’ora lo spirito di un’epoca come nessun altro nella storia del calcio e del costume italiano ha saputo precorrere i tempi.
Lo slogan dei sessantottini francesi, “la fantasia al potere”, esprime pienamente il suo modo di giocare al calcio e soprattutto di vivere. Anticonformista per natura seppe rompere gli schemi del calcio e del perbenismo per rivestire quelli della libertà di pensiero e di espressione. I vestiti “strani”, la gallina al guinzaglio, il gioco folle, i capelli lunghi, il suo amore furono dei veri e propri atti sovversivi fatti con la leggerezza degli angeli o delle personalità geniali.
Questa lettura vuole ripercorrere le vicende del calcio e della vita di Gigi Meroni, scandite dai ricordi dei suoi ammiratori e dalle musiche di quegli anni. Si tratta di un omaggio ad un grande uomo e alla libertà. “Que viva Meroni!” o almeno “que viva” il suo ricordo.

Barbara Costamagna

Da parecchi anni avevo un sogno che tenevo lì in un cassetto: realizzare uno spettacolo su Gigi Meroni. Le molte persone a cui ne ho parlato mi dicevano: su un calciatore? E a chi vuoi che interessi, sentiamo tutti i giorni parlare di calcio sino alla nausea.
Vero! Ma io non volevo fare uno spettacolo sul calcio, lo volevo fare su Gigi Meroni, su un mio idolo da bambino. Avevo anche altri idoli: Rivera, Prati, Rocco, Rosato, Mazzola, Riva… Ma Gigi era speciale, c’era qualcosa in lui che mi affascinava, forse quella barba, quei capelli lunghi, forse quel essere “fuori dal coro” che lo distingueva. Non l’ho visto molte volte, negli anni sessanta non c’era quel martellamento continuo di calcio televisivo (processi, controprocessi, ecc.), ma quando ne sentivo parlare e lo vedevo fugacemente in televisione mi affascinava e, molte volte giocando all’oratorio con gli amici volevo fare l’ala destra (con scarsi risultati…).
Gigi non era un calciatore come tutti gli altri, era un ragazzo speciale, diverso dallo standard dei calciatori… era un artista, un anticonformista, Gigi trasmetteva quei valori importanti della vita: l’umiltà, l’obbedienza, il sapersi accontentare, valori tipici di una persona semplice e proprio perchè così semplice così grande.
Io sono sicuro che oggi se Gigi fosse ancora qui non rinnegherebbe nulla della sua “trasgressione” di allora, mentre molti negli anni a venire lo hanno fatto. Io allora avevo solo dieci anni e certe cose non le capivo, ma credo che Gigi fosse anche l’espressione di sentimenti e passioni profonde come l’amicizia e il rispetto altrui e il desiderio di liberta’…. la liberta’ che amava.

Massimiliano Giacometti



Gigi

Libera composizione
di
Barbara Costamagna e Massimiliano Giacometti


con Massimiliano Giacometti musiche Roberto Seccamani

collaborazione di
Stefania De Biasi, Francesca Giacometti, Elena Ruzza, Barbara Truffa


contributi amichevolmente regalati da
Alessandro Baricco, Laura Curino, Nando Dalla Chiesa, Ermanno Eandi, Ricki Ferrero

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